i ponti e le guerre
la guerre,
tutte le guerre
distruggono
i ponti
I ponti sono considerati obiettivi strategici perché consentono il passaggio degli uomini, delle merci e con questo anche delle idee, delle esperienze e delle conoscenze.
I ponti dell’Isonzo sono stati distrutti e ricostruiti molte volte.
La terra segnata dal percorso del nostro fiume è terra di confine, di passaggi di una pluralità di genti e di amministrazioni diverse che si sono succedute nel tempo.
Di guerre, soprattutto di quelle terribili del secolo passato, molti dei ponti del nostro territorio portano ancora il segno, raccontando così la storia degli stessi ma anche quella del fiume e del territorio circostante.
Queste immagini sono un semplice e sintetico racconto fotografico che riconosce alle foto una forte capacità evocativa.
Sono una riflessione sulla tragedia della guerra, sulla sua terribile forza distruttiva che intacca direttamente lo stesso valore simbolico del ponte e la sua capacità di stabilire relazioni tra le parti del territorio e, quindi, tra le genti che lo abitano.

Ponte distrutto dall’esercito austriaco a seguito della dichiarazione di guerra dell’Italia, Sagrado 1915 c.a
Rimane comunque la speranza che accompagna le successive opere di ricostruzione che si sintetizza con queste parole:
MAI PIÙ GUERRE,
MAI PIÙ DOLORE
E DISTRUZIONI,
SOLO OPERE CHE PORTINO
AD UNO SVILUPPO
ED AL BENESSERE
DELLE POPOLAZIONI.

L’ISONZO SCORRENDO
MI LEVIGAVA
COME UN SUO SASSO
HO TIRATO SU
LE MIE QUATTR’OSSA
E ME NE SONO ANDATO
COME UN ACROBATA
SULL’ACQUA
MI SONO ACCOCCOLATO
VICINO AI MIEI PANNI
SUDICI DI GUERRA
E COME UN BEDUINO
MI SONO CHINATO
A RICEVERE IL SOLE
QUESTO È L’ISONZO
E QUI MEGLIO
MI SONO RICONOSCIUTO
UNA DOCILE FIBRA
DELL’UNIVERSO
Da “I Fiumi” di Giuseppe Ungaretti,
scritta a Cotici il 16 agosto 1916
I PONTI SULL’ISONZO IN TEMPO DI GUERRA
I ponti, di qualsiasi tipo, sono da sempre tra le prime vittime dei conflitti bellici. Il bacino del fiume Isonzo, situato nel punto di passaggio tra la penisola appenninica e l’Europa orientale, è stato a lungo soggetto al transito di diversi eserciti, che si spostavano da una regione all’altra. Già in epoca romana, sull’Isonzo, a sud di Gorizia, nei pressi di Mainizza, sorgeva uno dei più grandi ponti romani, di cui oggi restano solo tracce delle fondamenta. Non è chiaro se sia stato distrutto nel corso di una delle numerose guerre o se sia stato spazzato via dall’innalzamento delle acque del fiume nel corso dei secoli. Le prime cronache riportano che il ponte sull’Isonzo, vicino a Caporetto, fu demolito dai veneziani per impedire agli invasori di attraversare il fiume. Durante l’occupazione francese dell’Isontino, tra il 1809 e il 1813, i soldati di Napoleone distrussero nuovamente lo stesso ponte, che era stato restaurato solo pochi decenni prima.
LE GUERRE
SONO UN MALE,
ANCHE PER I PONTI
AUTORE DEL TESTO:
Gorazd Humar

Il ponte di Tolmino distrutto durante la prima guerra mondiale
I PONTI SULL’ISONZO DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE
Il periodo più drammatico per i ponti sull’Isonzo si verificó durante la Prima guerra mondiale, quando, il 24 maggio 1915, l’esercito italiano attaccò quello austro-ungarico, che difendeva le posizioni lungo il fiume.
Nel corso delle dodici battaglie dell’Isonzo, quasi tutti i ponti più importanti furono distrutti. Già due giorni dopo l’inizio dei combattimenti, il primo a essere demolito fu il ponte di Caporetto, oggi noto come ponte di Napoleone. I ponti furono distrutti sia nei combattimenti sia dagli stessi eserciti durante la ritirata sull’altra sponda del fiume Isonzo.

I ponti provvisori dell’armata italiana durante la Prima Guerra Mondiale
Cosi, durante la Terza Battaglia dell’Isonzo, nell’ottobre del 1915, venne fatta saltare la parte centrale dei tre archi in pietra del grande ponte ferroviario dell’Isonzo, nei pressi di Ajba, non lontano da Canale. Durante la ritirata tattica, i reparti del genio dell’esercito austro-ungarico pianificarono attentamente l’esplosione, consapevoli che, qualora se ne fosse presentata l’opportunità, avrebbero potuto ricostruire la parte crollata del ponte con un ponte militare prefabbricato d’emergenza in ferro di tipo Roth-Waagner. Questo avvenne dopo il mutamento della situazione militare seguito alla svolta di Caporetto, nell’ottobre del 1917. Il traffico ferroviario fu cosi ripristinato nel giro di un mese. Lo stesso accadde con il famoso ponte ferroviario di Salcano, che vanta il più grande arco in pietra del mondo, con una campata di 85 metri.
Durante la Sesta battaglia dell’Isonzo, il 9 agosto 1916, nel corso della ritirata sulla sponda sinistra del fiume, gli ingegneri austro-ungarici fecero esplodere il grande arco del ponte, che crollo intera mente nell’Isonzo.

Gorizia Ponte della barca sotto il fuoco degli obici austriaci – Prima Grerra Mondiale
Nella stessa battaglia furono distrutti anche gli altri ponti sul fiume nel settore di Gorizia. Dopo lo sfondamento del fronte dell’i sonzo a Caporetto, nella primavera del 1918, le truppe austro-ungariche ricostruirono in poco più di un mese un ponte provvisorio in ferro di tipo Roth-Waagner sulla parte distrutta, permettendo cosi la ripresa del traffico ferroviario.

I ponti provvisori dell’armata italiana durante la Prima Guerra Mondiale
Durante la Prima guerra mondiale, lungo il fiume Isonzo furono costruiti numerosi ponti di emergenza in legno e di barche, per far fronte ai continui spostamenti delle linee militari su entrambe le sponde.
Solo nel tratto tra Plava e Doblar, durante la Decima e Undicesima battaglia dell’Isonzo nel 1917, l’esercito italiano realizzó 14 ponti di barche, facile bersaglio degli attacchi nemici. Tra le strutture in legno più imponenti, si distinguono il ponte di Caporetto, costruito dall’esercito italiano poco dopo l’inizio delle ostilità, e il grande ponte di legno vicino a Tolmino, situato accanto al ponte in pietra, già demolito.
PONTI SULL’ISONZO DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE
Anche durante la Seconda guerra mondiale i ponti sull’Isonzo furono duramente colpiti. Nel 1944, le forze aeree anglo-americane intensificarono gli attacchi contro le principali infrastrutture della zona, concentrandosi in particolare sui ponti ferroviari. Il ponte ferroviario di Salcano subi sei raid aerei, che causarono vittime anche tra la popolazione civile. Durante uno di questi attacchi, nel marzo 1945, una bomba colpi parzialmente l’arco del ponte, restaurato nel 1927, provocando danni limitati. Diversa fu la sorte del grande ponte ferroviario in pietra di Ajba, presso Canale, che nel febbraio dello stesso anno venne quasi completamente distrutto. Al suo posto, nel 1954, fu costruito un nuovo ponte in cemento armato.

Gorizia Ponte della Barca distrutto dagli obici austriaci Prima Guerra Mondiale

DI TUTTO CIÒ
CHE L’UOMO COSTRUISCE
NELLA VITA,
AI MIEI OCCHI NULLA
PIÙ PREZIOSO DEI
PONTI.
SONO PIÙ IMPORTANTI
DELLE CASE,
PIÙ SACRI DEI SANTUARI
E NON SERVONO MAI
A SCOPI OSCURI O
MALVAGI.
IVO ANDRIĆ
premio Nobel per la letteratura nel 1961

