savogna d'isonzo

AVTOCESTNI MOST VILLESSE-GORIZIA (A34)
Silvia FURLAN
Luca VITTORI
Luca VITTORI
STORIA
DAL NORD EST AL CUORE DELL’EUROPA
Il ponte sull’Isonzo fa parte della direttrice di grande comunicazione stradale che collega il sistema autostradale italiano della A4 nel tratto Venezia-Trieste con il confine di stato con l’attuale repubblica di Slovenia. Il manufatto è posto lungo il raccordo autostradale così detto della “Villesse – Gorizia”, che collega il Comune di Villesse presso lo svincolo con la autostrada A4 alla città di Gorizia presso la Stazione confinaria di Sant’Andrea.Il raccordo stradale è stato aperto nel 1970, come variante della SS 351, nell’intento di collegare tutti i capoluoghi di provincia del Friuli-Venezia Giulia alla Autostrada A4 Venezia-Trieste. L’apertura è avvenuta in due fasi: prima il tratto da Villesse all’abitato di Farra d’Isonzo e successivamente quello tra Farra d’Isonzo e la città di Gorizia. Il raccordo quando venne aperto era classificato come una strada extraurbana secondaria a carreggiate separate con due corsie per senso di marcia ma senza la corsia di emergenza. La strada era a libero transito senza quindi la riscossione di alcun pedaggio. La piattaforma stradale del raccordo era suddivisa in quattro corsie (due per senso di marcia) della larghezza di 3 metri e 50 l’una, separate da uno spartitraffico da mezzo metro, senza banchine laterali pavimentate, senza corsia di emergenza e senza aiuolo di sosta, per una larghezza complessiva di piattaforma asfaltata di 14 metri e mezzo. Era la sezione tipica delle strade extraurbane a destinazione particolare di tipo A di cui al Bollettino UNI/CNR n. 78/80 vigente in quegli anni.
Durante i primi anni di esercizio il raccordo stradale ha però subito accusato una significativa incidentalità, causata dal poco accurato coordinamento plano – altimetrico del tracciato e dalla conformazione della piattaforma stradale troppo stretta per velocità di tipo autostradale e tale da non consentire adeguate distanze di visibilità per eseguire i sorpassi in sicurezza.
Nel quinquennio 1998-2002 è stato quindi eseguito un accurato studio sulla sicurezza del raccordo stradale, condotto sulla base dei sinistri registrati lungo il tracciato a cui è seguito un complesso ed articolato progetto di adeguamento con l’ambizione di riqualificare il tracciato con caratteristiche autostradali, ossia con una velocità di progetto di 140 km/ora, con l’inserimento delle curve di transizione tra i tratti rettilinei e quelli curvi, con le banchine laterali e con tutti quegli elementi di sicurezza e di presidio estetico – ambientale previsti per le costruzioni autostradali del nuovo millennio.
La sezione stradale di progetto, in accordo con le previsioni della normativa nel frattempo subentrata e di cui al DM n. 6792 del 05.11.2001, è diventata una autostrada extraurbana di categoria A, a due corsie per senso di marcia di larghezza pari a 3,75 m, più quella di emergenza di larghezza pari a 3 metri, con spartitraffico centrale di larghezza pari a 4 metri per una larghezza complessiva della sede stradale pari a 25 metri e una velocità di progetto di 90-140 km/ora.
Il progetto preliminare della trasformazione in autostrada del raccordo Villesse Gorizia è stato completato agli inizi del 2003 mentre quello definitivo nel 2007 fu poi approvato dal Commissario Delegato, nella persona del Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Il progetto esecutivo è stato curato dal Raggruppamento Temporaneo d’Imprese che si è aggiudicato l’appalto integrato, (forma di appalto che prevede la messa in gara sia dell’esecuzione dei lavori che della redazione della progettazione esecutiva) ed è stato approvato nell’agosto 2010. L’anno successivo sono stati avviati i lavori che si sono conclusi nell’ottobre 2013, dopo 38 mesi.
L’autostrada è stata inaugurata il 27 novembre 2013. Lungo il tracciato erano presenti 33 opere d’arte principali comprendenti, tra le altre, il ponte sul fiume Isonzo (336 metri di lunghezza, suddiviso in 12 campate da 28 metri). Tutti i manufatti sono stati ampliati per accogliere le nuove geometrie stradali. Per scelta progettuale, le opere esistenti cosiddette “in linea”, ossia quelle dell’asse autostradale, sono state riqualificate, confermando gli schemi statici esistenti e le capacità prestazionali. Il progetto della riqualificazione dell’autostrada ha previsto di riutilizzare quattro opere esistenti per la carreggiata in direzione di Villesse realizzando, al loro fianco, le nuove opere per la direzione opposta, verso Gorizia. Anche nel caso del ponte sul fiume Isonzo di cui qui ci si occupa è stato oggetto di nuova realizzazione per quanto riguarda la carreggiata di valle in direzione di Gorizia, mentre è stato mantenuto quello in direzione opposta, che però era stato già oggetto di un intervento di manutenzione straordinaria nel 2006 con rifacimento della soletta, dell’impermeabilizzazione e dei cordoli laterali.

Carpenteria pile

Schema dispositivi di vincolo e giunti


Le nuove pile

La fasi costruttive di varo del nuovo impalcato (carreggiata di valle) in affiancamento all’impalcato esistente della carreggiata opposta in direzione di Villesse (agosto 2012)
TECNICA
Il nuovo ponte sul fiume Isonzo (la carreggiata in direzione di Gorizia) è stato costruito in affiancamento a quello esistente che ospita oggi la carreggiata opposta in direzione di Villesse e che è stato utilizzato per mantenere la continuità del servizio stradale per tutto il tempo necessario ai lavori.Il nuovo ponte è costituito da un impalcato continuo della lunghezza complessiva di 334 metri, suddiviso in 6 campate di luce pari a 56 metri (luce doppia a quella del ponte esistente utilizzato per la carreggiata opposta) tranne le due di riva che hanno una luce di 55 metri. L’impalcato è stato realizzato in struttura mista acciaio-calcestruzzo con due travi poste in ribasso di altezza costante pari a 2 metri e 20 centimetri e una soletta in calcestruzzo realizzata in opera per getti consecutivi su lastre prefabbricate tipo “predalles” che hanno svolto la funzione di cassero a perdere, senza l’ausilio di opere di puntellamento da terra, per uno spessore complessivo di 30 centimetri. La larghezza trasversale della soletta è di 12 metri e 60 centimetri. L’impalcato è sismicamente sconnesso dalle sottostrutture mediante l’inserimento di apparecchi di appoggio posti in corrispondenza delle pile e delle spalle del tipo “a pendolo”, ossia dotati di caratteristica dissipativa e dimensionati per sopportare la sismicità della zona. L’impalcato è stato varato a spinta mediante l’utilizzo di idonei martinetti posti sulla spalla rivolta a Villesse che lo spingevano nella direzione opposta verso Gorizia. Tale scelta tecnica ha consentito una veloce messa in opera, senza nessuna interferenza con il regime idraulico del fiume Isonzo. Non è stato necessario utilizzare, infatti, nessuna opera di sostegno provvisoria nell’alveo del fiume che sarebbe stato un elemento a rischio in caso di piena.
Le pile sono realizzate con fusti cilindrici di 2 metri di diametro indipendenti uno dall’altro e di altezza variabile per seguire la livelletta stradale di progetto. Il sistema di fondazione è del tipo a pozzo, realizzato in numero di uno per ogni pila. Ogni pozzo comprende 8 pali secanti, di cui 4 dotati di armatura metallica. L’altezza dei pali secanti è variabile e arriva fino a 20 metri nella sesta pila. L’altezza del pozzo che accoglie al suo interno i pali secanti è calibrata per evitare che, nelle condizioni di massimo scalzamento idraulico, i pali possano venir messi in luce. Il pozzo è stato realizzato con elementi prefabbricati in calcestruzzo sovrapposti di altezza pari a 2 metri e 35 centimetri, incastrati tra loro e resi più solidi da 8 barre verticali, messe in tensione successivamente alla posa.
La posa in opera degli anelli della fondazione a pozzo è stata eseguita con la tecnica dell’autoaffondamento, svuotando il terreno dal loro interno e permettendo quindi l’affondamento dei singoli elementi. L’impalcato è stato impreziosito da una speciale veletta con la funzione di mascheramento del prospetto di valle del nuovo impalcato che è stata realizzata con listelli di legno ad andamento orizzontale per richiamare il fatto che i precedenti ponti, la cui origine è risalente fino ai tempi dell’antico Impero Romano, erano in legno.
TECNICA
Il nuovo ponte sul fiume Isonzo (la carreggiata in direzione di Gorizia) è stato costruito in affiancamento a quello esistente che ospita oggi la carreggiata opposta in direzione di Villesse e che è stato utilizzato per mantenere la continuità del servizio stradale per tutto il tempo necessario ai lavori.Il nuovo ponte è costituito da un impalcato continuo della lunghezza complessiva di 334 metri, suddiviso in 6 campate di luce pari a 56 metri (luce doppia a quella del ponte esistente utilizzato per la carreggiata opposta) tranne le due di riva che hanno una luce di 55 metri. L’impalcato è stato realizzato in struttura mista acciaio-calcestruzzo con due travi poste in ribasso di altezza costante pari a 2 metri e 20 centimetri e una soletta in calcestruzzo realizzata in opera per getti consecutivi su lastre prefabbricate tipo “predalles” che hanno svolto la funzione di cassero a perdere, senza l’ausilio di opere di puntellamento da terra, per uno spessore complessivo di 30 centimetri. La larghezza trasversale della soletta è di 12 metri e 60 centimetri. L’impalcato è sismicamente sconnesso dalle sottostrutture mediante l’inserimento di apparecchi di appoggio posti in corrispondenza delle pile e delle spalle del tipo “a pendolo”, ossia dotati di caratteristica dissipativa e dimensionati per sopportare la sismicità della zona. L’impalcato è stato varato a spinta mediante l’utilizzo di idonei martinetti posti sulla spalla rivolta a Villesse che lo spingevano nella direzione opposta verso Gorizia. Tale scelta tecnica ha consentito una veloce messa in opera, senza nessuna interferenza con il regime idraulico del fiume Isonzo. Non è stato necessario utilizzare, infatti, nessuna opera di sostegno provvisoria nell’alveo del fiume che sarebbe stato un elemento a rischio in caso di piena.
Le pile sono realizzate con fusti cilindrici di 2 metri di diametro indipendenti uno dall’altro e di altezza variabile per seguire la livelletta stradale di progetto. Il sistema di fondazione è del tipo a pozzo, realizzato in numero di uno per ogni pila. Ogni pozzo comprende 8 pali secanti, di cui 4 dotati di armatura metallica. L’altezza dei pali secanti è variabile e arriva fino a 20 metri nella sesta pila. L’altezza del pozzo che accoglie al suo interno i pali secanti è calibrata per evitare che, nelle condizioni di massimo scalzamento idraulico, i pali possano venir messi in luce. Il pozzo è stato realizzato con elementi prefabbricati in calcestruzzo sovrapposti di altezza pari a 2 metri e 35 centimetri, incastrati tra loro e resi più solidi da 8 barre verticali, messe in tensione successivamente alla posa.
La posa in opera degli anelli della fondazione a pozzo è stata eseguita con la tecnica dell’autoaffondamento, svuotando il terreno dal loro interno e permettendo quindi l’affondamento dei singoli elementi. L’impalcato è stato impreziosito da una speciale veletta con la funzione di mascheramento del prospetto di valle del nuovo impalcato che è stata realizzata con listelli di legno ad andamento orizzontale per richiamare il fatto che i precedenti ponti, la cui origine è risalente fino ai tempi dell’antico Impero Romano, erano in legno.

Le nuove pile

La fasi costruttive di varo del nuovo impalcato (carreggiata di valle) in affiancamento all’impalcato esistente della carreggiata opposta in direzione di Villesse (agosto 2012)
ATTUALITÀ
L’attuale autostrada A34, di cui il ponte sull’Isonzo fa parte, è gestita dalla concessionaria delle autostrade di proprietà interamente pubblica della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia denominata Autostrade Alto Adriatico S.p.a. che gestisce l’autostrada dell’A4 nel tratto da Venezia a Trieste, con le diramazioni della A23 per Udine, della A28 fino a Conegliano e della A34 verso Gorizia e il confine di stato. Tale società ha sostituito l’ex società Autovie Venete S.p.a. vigente al momento dell’appalto dei lavori del nuovo ponte. Fino all’anno 2005 il raccordo stradale Villesse Gorizia era invece gestito dal Compartimento di Trieste della Società ANAS.Il nuovo ponte sul fiume Isonzo (la carreggiata di valle) è dotato di un sistema di captazione e raccolta di tutte le acque incidenti la piattaforma autostradale che vengono convogliati in due impianti di depurazione per il trattamento delle acque di prima pioggia, così da evitare percolamenti di liquidi indesiderati nel sottostante fiume Isonzo.

Il ponte attuale

Fig. 1Il profilo del ponte; Fig. 2 La sezione trasversale in retto

Le rulliere utilizzate per il varo dell’impalcato
Durante i lavori di realizzazione delle opere di fondazione profonde su pali e delle successive pile circolari in elevazione è stato spostato il filone attivo del fiume Isonzo, così da consentire la messa in asciutto delle aree oggetto di lavorazione. Tale attività, che è stata ripetuta tante volte quante sono il numero delle pile, ha messo in luce l’esistenza delle preesistenti fondazioni dei ponti realizzati nel corso degli anni a scavalco del fiume Isonzo e posti a nord di quello di attuale realizzazione. Dei ritrovamenti è stata notiziata la locale Soprintendenza di Trieste che ha censito e prelevato quei reperti ritenuti di maggior pregio. Di seguito l’imbasamento della struttura della fondazione di una pila ritrovata durante un periodo di secca del fiume Isonzo durante i lavori di realizzazione del nuovo ponte.

Fig. 1 Fondazione il 18 settembre 2012; Fig. 2 La pietra recuperata dai lavori