Il fiume

isonzo

e i suoi ponti

Storia, tecnica, architettura,
ambiente e paesaggio

23

23. Ponte SR Monfalcone-Grado

22

Ponte SS14 Pieris

21

Ponte ferroviario Pieris

20

Ponte autostradale Palmanova-Trieste (A4)

19

Ponte ferroviario Sagrado

18

Ponte Sagrado

17

Passerella Gradisca Poggio III Armata

16

Ponte Romano Mainizza

15

Ponte autostradale Villesse-Gorizia (A34)

14

Ponte SR117

13

Ponte 9 Agosto

12

Ponte ferroviario Gorizia

11

Passerella Piedimonte (Straccis)

10

Ponte di Piuma

9

Passerella di Salcano

8

Ponte stradale di Osimo

 

7

Ponte ferroviario di Salcano

 

6

Ponte stradale a Desla

 

5

Ponte di Canale

 

4

Ponte ferroviario di Ajba

 

3

Ponte a Santa Lucia

 

2

Ponte Napoleone

 

1

Ponte Beruna

 

Il fiume
isonzo

e i suoi ponti

L’Isonzo nasce in Slovenia nella val Trenta e dopo un percorso di 136 chilometri, di cui quasi 100 in territorio sloveno ed una quarantina in territorio italiano, sfocia nel golfo di Trieste.

Tocca le città di Bovec/Plezzo, Kobarid/Caporetto, Tolmin/Tolmino, Solkan/Salcano, Nova Gorica/Nuova Gorizia, Gorizia, Gradisca, Sagrado, Fogliano, San Pier d’Isonzo, Fiumicello, San Canzian d’Isonzo, Staranzano.

Dopo il corso superiore a regime quasi torrentizio nello straordinario scenario ambientale della val Trenta tra anse, forre, gole, cascatine, superato Bovec/Plezzo, il suo alveo si allarga nel corso intermedio e poi, nel corso inferiore, diventa quel fiume maestoso noto per lo straordinario colore verde smeraldo della sua acqua.

Entrato in territorio italiano a Gorizia, si identifica talmente con il suo territorio tanto da dare il nome allo stesso, l’Isontino. Infine, in un ambiente naturale profondamente cambiato tra una vegetazione lussureggiante tra anse a meandri, si immette nel Mar Adriatico.

Una mostra
senza confini

Come tutti i fiumi, l’Isonzo definisce una frattura netta del territorio ed è per questa ragione che l’uomo, nei secoli, ha cercato di collegare le due sponde di questa frattura: sono stati costruiti così con arte ed ingegno i ponti di cui questa Mostra vuole raccontare le vicende storiche, la tecnica costruttiva, i materiali utilizzati e le loro prospettive future.

Si tratta di un viaggio nella storia del territorio bagnato da quel fiume, delle sue vicende sociali, politiche e culturali.

Un racconto delle demolizioni causate dalle numerose guerre e delle successive ricostruzioni che va dalle invasioni delle popolazioni barbariche ai tragici due ultimi conflitti mondiali.

Una storia, quella dei ponti,
che ha bisogno di essere raccontata
anche con l’occhio degli ingegneri.
Uomini e donne che hanno il compito
di progettarli, adeguarli alle nuove esigenze,
eventualmente ripararli e,
come in questa occasione,
narrarne anche la storia.