Il progetto

Il fiume
isonzo

e i suoi ponti

L’Isonzo nasce in Slovenia nella val Trenta e dopo un percorso di 136 chilometri, di cui quasi 100 in territorio sloveno ed una quarantina in territorio italiano, sfocia nel golfo di Trieste.

Tocca le città di Bovec/Plezzo, Kobarid/Caporetto, Tolmin/Tolmino, Solkan/Salcano, Nova Gorica/Nuova Gorizia, Gorizia, Gradisca, Sagrado, Fogliano, San Pier d’Isonzo, Fiumicello, San Canzian d’Isonzo, Staranzano.

Dopo il corso superiore a regime quasi torrentizio nello straordinario scenario ambientale della val Trenta tra anse, forre, gole, cascatine, superato Bovec/Plezzo, il suo alveo si allarga nel corso intermedio e poi, nel corso inferiore, diventa quel fiume maestoso noto per lo straordinario colore verde smeraldo della sua acqua.

Entrato in territorio italiano a Gorizia, si identifica talmente con il suo territorio tanto da dare il nome allo stesso, l’Isontino. Infine, in un ambiente naturale profondamente cambiato tra una vegetazione lussureggiante tra anse a meandri, si immette nel Mar Adriatico.

Una mostra
senza confini

Come tutti i fiumi, l’Isonzo definisce una frattura netta del territorio ed è per questa ragione che l’uomo, nei secoli, ha cercato di collegare le due sponde di questa frattura: sono stati costruiti così con arte ed ingegno i ponti di cui questa Mostra vuole raccontare le vicende storiche, la tecnica costruttiva, i materiali utilizzati e le loro prospettive future.

Si tratta di un viaggio nella storia del territorio bagnato da quel fiume, delle sue vicende sociali, politiche e culturali.

Un racconto delle demolizioni causate dalle numerose guerre e delle successive ricostruzioni che va dalle invasioni delle popolazioni barbariche ai tragici due ultimi conflitti mondiali.

Una storia, quella dei ponti,
che ha bisogno di essere raccontata
anche con l’occhio degli ingegneri.
Uomini e donne che hanno il compito
di progettarli, adeguarli alle nuove esigenze,
eventualmente ripararli e,
come in questa occasione,
narrarne anche la storia.