ajba pri kanalu

Ajba Railway Bridge

Gorazd HUMAR

STORIA

NESSUNA GUERRA HA RISPARMIATO L’EX PONTE DI PIETRA

Nel 1906 ad Ajba, presso Canale, fu costruito un grande ponte ferroviario in pietra sul fiume Isonzo, oggi scomparso a causa del crollo durante la Seconda guerra mondiale. Nonostante le sue notevoli dimensioni, il ponte è rimasto ingiustamente nell’ombra del più celebre ponte di Salcano, distante appena 15 km. Faceva parte della linea ferroviaria Transalpina, che costituiva uno dei tratti più impegnativi dell’intero secondo collegamento ferroviario tra l’entroterra industriale dell’Austria occidentale e il porto di Trieste.
Già nove anni dopo la sua inaugurazione, nel 1915, la Transalpina cambiò completamente funzione e significato con l’apertura del Fronte dell’Isonzo. Durante la Terza Battaglia dell’Isonzo, nell’ottobre 1915, sotto la forte pressione delle truppe italiane, l’esercito austro-ungarico si ritirò da Canale, spostandosi sulla riva sinistra dell’Isonzo. Durante la ritirata, fece saltare in aria uno dei tre archi del ponte di 40 metri ad Ajba. Dopo lo sfondamento di Caporetto, nella primavera del 1918, l’esercito austro-ungarico costruì provvisoriamente un ponte in ferro di tipo Roth Waagner sul sito dell’arco distrutto, ripristinando così il traffico ferroviario. Nel 1927, le Ferrovie dello Stato Italiane sostituirono l’arco distrutto con una nuova struttura in pietra. Durante la Seconda guerra mondiale, il ponte divenne bersaglio degli attacchi aerei alleati. In diversi raid, una delle 800 bombe colpì l’infrastruttura, causando nuovamente il crollo dell’arco centrale, già distrutto durante la Prima guerra mondiale. Il ponte fu completamente raso al suolo nei bombardamenti del febbraio 1945. Subito dopo la guerra, sotto l’amministrazione alleata, sui piloni ancora in piedi venne ricostruito provvisoriamente un ponte in ferro di tipo Roth Waagner, che rimase in uso fino al 1954, quando venne edificato un nuovo ponte, ancora oggi esistente.
Fonte Tolminski muzej: l ponte durante la costruzzione, anno 1905
Fonte Tolminski muzej: L’arco del ponte distrutto, anno 1915
Dal libro: Paul Sejourné, Grandes voûtes, Volume 3, 1913

TECNICA

DESCRIZIONE DEL PONTE ORIGINALE - 1906

Il ponte, con tre arcate di 40 metri, un’arcata di 30 metri e una lunghezza complessiva di 242,5 metri, al momento della sua costruzione nel 1906 era considerato il ponte in pietra più lungo della ferrovia austro-ungarica e il terzo ponte ferroviario in pietra più lungo al mondo. Lo spessore dei tre grandi archi variava: alla base (il piede dell’arco) misurava 2,10 metri, mentre al centro si riduceva a soli 1,40 metri. Un elemento di particolare rilievo è rappresentato dalle dimensioni e dalla forma dei pilastri del ponte, in particolare dei due che poggiano direttamente nel letto dell’Isonzo. Questi pilastri, insolitamente massicci, si distinguono per le loro proporzioni apparentemente sproporzionate. Questa caratteristica si comprende appieno solo considerando che tutte le infrastrutture strategiche della Transalpina furono progettate secondo le esigenze specifiche dello Stato Maggiore austriaco, che prevedeva l’utilizzo e la resistenza dei ponti in condizioni di guerra.
Sul ponte, nel 1906, venne installata una recinzione in ghisa, realizzata nello studio dell’architetto Otto Wagner. Su entrambi i lati del ponte furono costruite imponenti fortificazioni, progettate per garantirne la difesa.

DESCRIZIONE DEL PONTE DI NUOVA COSTRUZIONE - 1954

Nel 1954 venne costruito un nuovo ponte ad arco in cemento armato, parallelo alla linea del precedente ponte in pietra demolito. La struttura portante è costituita da sei arcate, ciascuna con una luce di 25 metri, per una lunghezza complessiva di 242 metri, praticamente identica a quella del ponte originario. Un elemento distintivo del nuovo ponte è il rivestimento delle pareti laterali, realizzato con lastre di pietra squadrate a mano, che richiamano l’estetica del vecchio ponte in pietra. Per adattarsi al nuovo tracciato, fu necessario demolire le due fortificazioni militari adiacenti. Inoltre, venne installata una nuova recinzione, poiché quella originale andò completamente distrutta con il crollo del ponte precedente.
Nel letto dell’Isonzo sono ancora visibili i resti dei pilastri che ricordano l’antico ponte di pietra di Ajba. Questo, insieme al ponte di Salcano, rappresentò uno degli ultimi grandi ponti in pietra nella storia della civiltà umana.

TECNICA

DESCRIZIONE DEL PONTE ORIGINALE - 1906

Il ponte, con tre arcate di 40 metri, un’arcata di 30 metri e una lunghezza complessiva di 242,5 metri, al momento della sua costruzione nel 1906 era considerato il ponte in pietra più lungo della ferrovia austro-ungarica e il terzo ponte ferroviario in pietra più lungo al mondo. Lo spessore dei tre grandi archi variava: alla base (il piede dell’arco) misurava 2,10 metri, mentre al centro si riduceva a soli 1,40 metri. Un elemento di particolare rilievo è rappresentato dalle dimensioni e dalla forma dei pilastri del ponte, in particolare dei due che poggiano direttamente nel letto dell’Isonzo. Questi pilastri, insolitamente massicci, si distinguono per le loro proporzioni apparentemente sproporzionate. Questa caratteristica si comprende appieno solo considerando che tutte le infrastrutture strategiche della Transalpina furono progettate secondo le esigenze specifiche dello Stato Maggiore austriaco, che prevedeva l’utilizzo e la resistenza dei ponti in condizioni di guerra.
Sul ponte, nel 1906, venne installata una recinzione in ghisa, realizzata nello studio dell’architetto Otto Wagner. Su entrambi i lati del ponte furono costruite imponenti fortificazioni, progettate per garantirne la difesa.

DESCRIZIONE DEL PONTE DI NUOVA COSTRUZIONE - 1954

Nel 1954 venne costruito un nuovo ponte ad arco in cemento armato, parallelo alla linea del precedente ponte in pietra demolito. La struttura portante è costituita da sei arcate, ciascuna con una luce di 25 metri, per una lunghezza complessiva di 242 metri, praticamente identica a quella del ponte originario. Un elemento distintivo del nuovo ponte è il rivestimento delle pareti laterali, realizzato con lastre di pietra squadrate a mano, che richiamano l’estetica del vecchio ponte in pietra. Per adattarsi al nuovo tracciato, fu necessario demolire le due fortificazioni militari adiacenti. Inoltre, venne installata una nuova recinzione, poiché quella originale andò completamente distrutta con il crollo del ponte precedente.
Nel letto dell’Isonzo sono ancora visibili i resti dei pilastri che ricordano l’antico ponte di pietra di Ajba. Questo, insieme al ponte di Salcano, rappresentò uno degli ultimi grandi ponti in pietra nella storia della civiltà umana.
Dal libro: Paul Sejourné, Grandes voûtes, Volume 3, 1913
Fonte PANG: Il ponte subito dopo il 1906
Foto G. Humar: Il ponte oggi

GLOSSARIO

UN AIUTO ALLA LETTURA DEL SITO

Ponte; Antenne o Torri; Apparecchi d’appoggio; Arco; Campata; Cavo/fune strutturale; Centina; Corda; Fondazioni; Freccia; Giunto; Impalcato; Larghezza sede stradale; Luce; Lunghezza ponte; Passerella; Pendini; Pile, Pilastri, Piloni; Piedritti; Pulvino; Spalle; Stralli; Struttura reticolare; Travi; Traversa; Traversina; Vincolo.