piuma

Feather Bridge
Davide RIGONAT
STORIA
DAL 1915 AL 1945
Il ponte di Piuma ha rivestito per molti secoli un ruolo di primo piano nell’ambito del sistema delle comunicazioni e dei commerci dell’intera area isontina, costituendo fino al XVII secolo il più importante collegamento tra la città di Gorizia e i territori della destra Isonzo. Esso è stato inoltre il primo ponte con struttura stabile realizzato dopo la distruzione del ponte romano sulla Mainizza. La data di costruzione del ponte non è certa, ma verosimilmente esso esisteva nel 1210 d.C. quanto il conte di Gorizia Mainardo II, avendo ottenuto da Ottone IV il diritto a tenere un mercato settimanale in città, decretò a favore degli abitanti del borgo l’esenzione per sette anni da ogni servizio cui fossero obbligati ad eccezione di quelli legati al ponte.Posto per secoli in posizione strategica in prossimità di un importante confine politico (tra il Patriarcato di Aquileia e i domini dei conti di Gorizia prima e, dal 1420 al 1797, tra la Repubblica di Venezia e i domini Asburgici), fu elemento centrale non solo nel settore dei commerci ma anche nei fatti d’arme, tanto che fu più volte oggetto di contesa e molte volte danneggiato o distrutto e poi ricostruito. Le cronache ci raccontano che il ponte fu completamente distrutto una prima volta nel 1268 d.C. dal patriarca di Aquileia Gregorio di Montelongo durante una faida con i conti di Gorizia Mainardo IV e Alberto I.
Sconfitto il Patriarcato di Aquileia, nel 1420 Venezia occupò il Friuli ed espanse rapidamente i propri territori verso est, arrivando nel 1473 a fondare la fortezza di Gradisca d’Isonzo in territorio teoricamente soggetto alla Contea. Nel 1496 il conte Leonardo di Gorizia fece quindi edificare un torrione sulla sponda destra dell’Isonzo a difesa del ponte (che da allora fu anche chiamato “del Torrione”). Demolito e ricostruito dai veneziani durante la guerra del 1508 contro tra Massimiliano d’Austria e tornato in possesso degli arciducali nel 1516 (trattato di Noyon), il ponte assunse nuovamente importanza durante la cosiddetta “Guerra di Gradisca” (1615-1617) combattuta tra Venezia e gli austriaci. Aspramente conteso tra le due parti, fu reso impraticabile dai cannoneggiamenti dei veneziani e poi riparato al termine del confitto. Di questo periodo rimane una copiosa quantità di mappe dove viene ben rappresentata la posizione del ponte e dei forti a sua difesa.
Dalla seconda metà del ‘700 il ponte di Piuma perse progressivamente di importanza sia a livello militare che commerciale, a causa dello spostamento degli assi commerciali principali e della profonda modificazione degli assetti politici (si pensi alla fine dalla Repubblica di Venezia per mano di Napoleone e alla successiva annessione del lombardo-veneto all’impero asburgico, con spostamento dei confini). L’evoluzione delle tecniche militari e la graduale perdita di valore strategico del ponte portarono, a metà dell’800, all’abbattimento del Torrione.

Fig.1 Patria del Friuli olim Forum Iulii – mappa e dettaglio (1664)

2025 © Archivio Fotografico - Fondazione Musei Civici di Venezia: Il ponte con l’impalcato demolito e il torrione – dettaglio dalla mappa dell’assedio della fortezza di Gradisca di Giovanni Justo (1616)

Veduta di Gorizia agli inizi del 1900, Ponte di Piuma
TECNICA
Il ponte di Piuma, nella sua conformazione costruttiva originale, è stato un classico ponte medievale. Staticamente classificabile tra i classici ponti a travata, si presentava articolato in tre campate per una lunghezza totale pari a circa 60 metri, con struttura costituita da due spalle laterali e due pile centrali in pietra su cui poggiava un impalcato in legno. Questo tipo di ponti, molto semplici nello schema e utilizzati per campate medio-piccole, sono noti fin dall’antichità e sono caratterizzati da una struttura principale costituita da elementi inflessi, elementi cioè che tendono a lavorare prevalentemente a flessione in direzione longitudinale.L’impalcato superiore, inizialmente realizzato in abete e poi in rovere, essendo per sua natura deperibile fu soggetto nei secoli, oltre che ad interventi di ricostruzione più o meno integrale legati agli eventi bellici che lo hanno via via interessato, a numerosi studi (tra cui vale la pena ricordare quelli del 1569 e del 1599 degli architetti Giuseppe e Gianbattista Vintana) e interventi di manutenzione. Più volte si valutò anche di realizzare una nuova struttura integralmente in pietra, senza tuttavia dar mai seguito all’idea.
TECNICA
Il ponte di Piuma, nella sua conformazione costruttiva originale, è stato un classico ponte medievale. Staticamente classificabile tra i classici ponti a travata, si presentava articolato in tre campate per una lunghezza totale pari a circa 60 metri, con struttura costituita da due spalle laterali e due pile centrali in pietra su cui poggiava un impalcato in legno. Questo tipo di ponti, molto semplici nello schema e utilizzati per campate medio-piccole, sono noti fin dall’antichità e sono caratterizzati da una struttura principale costituita da elementi inflessi, elementi cioè che tendono a lavorare prevalentemente a flessione in direzione longitudinale.L’impalcato superiore, inizialmente realizzato in abete e poi in rovere, essendo per sua natura deperibile fu soggetto nei secoli, oltre che ad interventi di ricostruzione più o meno integrale legati agli eventi bellici che lo hanno via via interessato, a numerosi studi (tra cui vale la pena ricordare quelli del 1569 e del 1599 degli architetti Giuseppe e Gianbattista Vintana) e interventi di manutenzione. Più volte si valutò anche di realizzare una nuova struttura integralmente in pietra, senza tuttavia dar mai seguito all’idea.

Veduta di Gorizia agli inizi del 1900, Ponte di Piuma

Il ponte di Piuma alla vigilia della Prima Guerra Mondiale

GLOSSARIO
UN AIUTO ALLA LETTURA DEL SITO
Ponte; Antenne o Torri; Apparecchi d’appoggio; Arco; Campata; Cavo/fune strutturale; Centina; Corda; Fondazioni; Freccia; Giunto; Impalcato; Larghezza sede stradale; Luce; Lunghezza ponte; Passerella; Pendini; Pile, Pilastri, Piloni; Piedritti; Pulvino; Spalle; Stralli; Struttura reticolare; Travi; Traversa; Traversina; Vincolo.STORIA
DAL 1915 AL 1945
Il ponte di Piuma tornò a rivestire un ruolo strategico nel corso della I Guerra Mondiale e la sua sorte seguì l’avanzare e la ritirata delle diverse forze in campo durante le dodici Battaglie dell’Isonzo, ed in particolare durante la Sesta, che portò alla presa di Gorizia, e la Dodicesima (rotta di Caporetto). Nel corso della Sesta Battaglia sull’Isonzo (6-17 agosto 1916) gli Austriaci in ritirata distrussero l’impalcato del ponte, lasciando invece intatte le spalle e le pile centrali. Il ponte venne però prontamente ripristinato dai ferrovieri del genio militare italiano, che utilizzarono una travata metallica reticolare di tipo «Scarelli». Tale travata, inizialmente ideata dal tenente del genio ferrovieri Scarelli per ponti ferroviari a scartamento ridotto, fu poi riadattata per i ponti per strade ordinarie e fu ampiamente utilizzata dall’Esercito Italiano dopo il 1911 e, in particolare, durante la Grande Guerra. Essa infatti consentiva di realizzare luci più ampie con portate maggiori rispetto ai brevetti precedentemente utilizzati dall’esercito, prima tra tutte la travata scomponibile modello Eiffel. Il ponte così riparato ebbe però vita breve, in quanto gli stessi Italiani, in precipitosa fuga dopo la rotta di Caporetto (Dodicesima Battaglia sull’Isonzo, 24 ottobre – 10 novembre 1917), per cercare di rallentare le truppe austriache lo fecero saltare abbattendo le pile centrali fino quasi al pelo dell’acqua.A guerra finita, il ponte venne completamente ricostruito ad opera dell’VIII Armata dell’Esercito italiano nel periodo marzo-giugno 1919. La prima fase dell’intervento consistette nella riedificazione delle spalle e delle pile intermedie in muratura, cui seguì la posa del nuovo impalcato realizzato con travi metalliche ad “H” poggianti su di esse e sostenute da puntoni anch’essi metallici.
La vita del ponte di Piuma, nel suo assetto strutturale “classico”, termina di fatto con la Seconda Guerra Mondiale. Dopo l’Armistizio la città di Gorizia venne occupata dai nazisti che posero un loro comando in un edificio ubicato in prossimità del ponte in riva sinistra del fiume Isonzo. Poco prima della liberazione di Gorizia (29 aprile 1945), i tedeschi in ritirata fecero saltare il ponte al fine di rallentare l’avanzata degli Alleati.

Fig.1 Il ponte austriaco nelle prime fasi della prima guerra mondiale Fig.2 l ponte di Piuma distrutto dagli austriaci (agosto 1916) Fig.3 Il ponte di Piuma distrutto dagli italiani con resti travata Scarelli

Fig.1Il ponte di Piuma distrutto dagli italiani dopo la battaglia di CaporettoFig.2 Il ponte di Piuma in fase di ricostruzione – 1919

Il nuovo ponte di Piuma – 1919
TECNICA
Il ponte di Piuma, così come ricostruito nel 1919, risultava articolato su tre campate di cui la prima di 12 metri, la seconda di 18 metri e la terza di 14 metri di luce libera e, come riportato nei rapporti dell’VIII Armata, presentava “struttura portante costituita da 12 travi di ferro a H alte 32 cm e lunghe 10 m riunite in 6 coppie di 2 ognuna, che poggiano su mensole di ferro pure composte di coppie di travi a H alte 20 cm”. Le mensole cui si fa riferimento erano in realtà dei sistemi di travature con funzione di puntoni (più piccoli verso le campate minori, più importanti nella capriata centrale) atte a fare da controventi e contrastare gli effetti di flessione dell’impalcato riducendone le eventuali frecce.Dal punto di vista statico, nonostante il cambio di materiale utilizzato per le strutture dell’impalcato e per l’inserimento delle mensole di supporto a puntoni (soluzione peraltro già adottata, con qualche variante, dagli austriaci), il ponte del 1919 rientra ancora tra i ponti a travata, in sostanziale continuità con la situazione preesistente, rispetto alla quale vengono recuperate senza modifiche le spalle e le pile centrali.
TECNICA
Il ponte di Piuma, così come ricostruito nel 1919, risultava articolato su tre campate di cui la prima di 12 metri, la seconda di 18 metri e la terza di 14 metri di luce libera e, come riportato nei rapporti dell’VIII Armata, presentava “struttura portante costituita da 12 travi di ferro a H alte 32 cm e lunghe 10 m riunite in 6 coppie di 2 ognuna, che poggiano su mensole di ferro pure composte di coppie di travi a H alte 20 cm”. Le mensole cui si fa riferimento erano in realtà dei sistemi di travature con funzione di puntoni (più piccoli verso le campate minori, più importanti nella capriata centrale) atte a fare da controventi e contrastare gli effetti di flessione dell’impalcato riducendone le eventuali frecce.Dal punto di vista statico, nonostante il cambio di materiale utilizzato per le strutture dell’impalcato e per l’inserimento delle mensole di supporto a puntoni (soluzione peraltro già adottata, con qualche variante, dagli austriaci), il ponte del 1919 rientra ancora tra i ponti a travata, in sostanziale continuità con la situazione preesistente, rispetto alla quale vengono recuperate senza modifiche le spalle e le pile centrali.

Il nuovo ponte di Piuma – 1919


STORIA
DAL 1946 AD OGGI
Passata Gorizia sotto amministrazione alleata (AMG) alla fine della II Guerra Mondiale, il ponte distrutto fu temporaneamente sostituito da un’imponente travata Bailey di tipo militare, sviluppata in unica campata sui circa 60 metri del salto tra le due sponde del vecchio ponte. Ad inizio 1946 l’AMG decise di ricostruire il ponte con tipologia ad arco. Articolato su due arcate affiancate realizzate in elementi scatolari in cemento armato collegate tra loro a sostegno dell’impalcato soprastante, fu realizzato dall’impresa Rizzani S.A. di Udine su progetto dell’ing. Mario Crespi. Le opere furono realizzate in tempi molto rapidi: iniziati ad aprile del 1946, grazie anche all’utilizzo di una speciale centina in acciaio, già a fine luglio si registrava il completamento della prima arcata. Il 26 agosto 1946 la prima metà del ponte veniva collaudata con il passaggio di alcuni mezzi militari di particolare stazza (tra cui un carro armato da 62 tonnellate). La seconda arcata fu ultimata poco dopo e il 6 novembre 1946 si poté procedere al collaudo della seconda parte del ponte. Nel 1974 il Comune di Gorizia richiamò l’ing. Crespi e gli commissionò la redazione di una verifica delle condizioni del ponte e dei relativi calcoli. Le verifiche fatte dall’ing. Crespi, sia a livello di calcoli che di nuovo collaudo, confermarono la sostanziale bontà della struttura realizzata.
TECNICA
Il ponte di Piuma si presenta oggi costituito da tre campate, di cui la principale ad arco in posizione centrale di lunghezza pari a circa 60 metri e le due secondarie alle estremità, di raccordo con la viabilità esistente sulle due sponde laterali, di lunghezza pari a circa 8,4 metri ciascuna. Dal punto di vista statico, il ponte di Piuma come oggi lo vediamo è classificabile tra i ponti ad arco a via superiore in cemento armato. Questi ponti sono caratterizzati da un elemento strutturale principale di forma curvilinea che regge, attraverso una serie di elementi generalmente verticali (colonne o piedritti), l’impalcato superiore su cui transita il traffico e che ha la funzione di scaricare le sollecitazioni indotte (soprattutto di compressione) sulle fondazioni, mediante una scomposizione delle stesse in componenti verticali e orizzontali. Ciò comporta che le fondazioni vanno realizzate di norma su terreni rocciosi, in grado quindi di sopportare anche le spinte orizzontali portate dall’arco: a causa di questo schema di funzionamento i ponti di questo tipo sono detti “spingenti”. Una delle particolarità più evidenti del ponte di Piuma è quella di essere in realtà costituito da due ponti ad arco identici e paralleli tra loro collegati e potanti un impalcato superiore con sezione di larghezza complessiva pari a 9,6 metri, con due corsie carrabili da 3,5 metri e due marciapiedi larghi un metro ciascuno.TECNICA
Il ponte di Piuma si presenta oggi costituito da tre campate, di cui la principale ad arco in posizione centrale di lunghezza pari a circa 60 metri e le due secondarie alle estremità, di raccordo con la viabilità esistente sulle due sponde laterali, di lunghezza pari a circa 8,4 metri ciascuna. Dal punto di vista statico, il ponte di Piuma come oggi lo vediamo è classificabile tra i ponti ad arco a via superiore in cemento armato. Questi ponti sono caratterizzati da un elemento strutturale principale di forma curvilinea che regge, attraverso una serie di elementi generalmente verticali (colonne o piedritti), l’impalcato superiore su cui transita il traffico e che ha la funzione di scaricare le sollecitazioni indotte (soprattutto di compressione) sulle fondazioni, mediante una scomposizione delle stesse in componenti verticali e orizzontali. Ciò comporta che le fondazioni vanno realizzate di norma su terreni rocciosi, in grado quindi di sopportare anche le spinte orizzontali portate dall’arco: a causa di questo schema di funzionamento i ponti di questo tipo sono detti “spingenti”. Una delle particolarità più evidenti del ponte di Piuma è quella di essere in realtà costituito da due ponti ad arco identici e paralleli tra loro collegati e potanti un impalcato superiore con sezione di larghezza complessiva pari a 9,6 metri, con due corsie carrabili da 3,5 metri e due marciapiedi larghi un metro ciascuno.
